Ipercolesterolemia: teniamo il colesterolo sotto controllo

Riassumo i punti salienti emersi nel post di ieri:
1. il rapporto tra LDL (lipoproteine a bassa intensità) ed HDL (lipoproteine ad alta intensità) è il fattore più importante per una buona gestione del colesterolo corporeo;
2. valori alti di colesterolemia, fino a 2,4 grammi per litro di sangue, non sono significativamente correlati a rischio cardiovascolare se il rapporto HDL/LDL è adeguatamente alto; in certi studi, addirittura, non si è riscontrata una differenza significativa nel rischio cardiovascolare fra un livello di colesterolo di 2,04 e di 2,94 grammi per litro di sangue;
3. il colesterolo esogeno (quello assunto con l’alimentazione) rappresenta mediamente il 10% della colesterolemia totale.

Intervenire sulla ipercolesterolemia riducendo la quota esogena è, a meno di eccessi nutrizionali significativi, una strategia piuttosto debole, anche per il fatto che la colesterolemia è il risultato di un equilibrio sistemico e laddove si riducesse l’assunzione di colesterolo la quota endogena potrebbe aumentare per compensazione.
Questa compensazione avviene anche nell’altro senso: mangiare (senza esagerare!) anche cibi ricchi di colesterolo non causa direttamente un aumento delle LDL. Molto più efficaci, in questo senso, sono alcuni grassi particolari.

Penso ad esempio all’acido palmitico e all’acido laurico, contenuti nei grassi vegetali derivati da piante tropicali (olio di palma, olio di cocco… ne abbiamo parlato qui). Un’altra classe di acidi grassi decisamente fastidiosi sono i cosiddetti acidi trans-saturi, presenti in tutti quei processi di idrogenazione nei quali si producono grassi solidi a partire da grassi più o meno liquidi (come nelle margarine o in moltissimi tipi di prodotti industriali dolci o comunque cremosi). Alcuni acidi trans-saturi abbattono la quota circolante degli acidi grassi polinsaturi, soprattutto degli omega 3, che sono invece grassi buoni e molto attivi nel bilanciare il rapporto LDL/HDL.
Al contempo, è stato visto che ad esempio l’acido stearico, contenuto in quantità nei grassi suini e bovini, non induce un aumento delle LDL.
Per quanto riguarda quegli yogurt speciali, addizionati di steroli vegetali che facilitano l’espulsione del colesterolo assunto con l’alimentazione, attenzione ancora una volta a guardare la luna e non il dito: il gioco non vale la candela (ce ne siamo già occupati ad esempio qui e qui).
Insomma, ancora una volta constatiamo che nutrirsi prevalentemente di cibi industriali ci costringe a fare gli… straordinari per mantenere un elevato livello di salute e di efficienza.
:

Terapie

Esistono diverse classi di sostanze farmacologiche comunemente utilizzate per tenere sotto controllo il colesterolo endogeno. Non ne parlerò qui, ma va sottolineato che tutte, dalle statine ai sovradosaggi di niacina (l’acido nicotinico, anche noto come vitamina B3 o vitamina PP), presentano rischi ed effetti collaterali; diversi farmacologi sostengono che sarebbe opportuno limitare il trattamento farmacologico ai casi di ipercolesterolemia congenita, o quando un intervento nutrizionale non appare efficace.
Ricordiamo, fra tutti, lo scandaloso comportamento della multinazionale farmaceutica Bayer, che tacque sugli effetti collaterali della cerivastatina e fu costretta a ritirare dal commercio diversi prodotti che contenevano questa molecola.

Il prodotto cui faccio riferimento per i miei pazienti e clienti è il Liposyn di Laboratorio Asclepio, frutto della ricerca Reiner Pharma. Prodotto fitologico di quinta generazione, ha una buona efficacia ed il vantaggio di non presentare effetti collaterali.
I lettori più fedeli sanno già cosa penso dei prodotti a base di erbe. A mio parere, Laboratorio Asclepio è l’azienda più matura nel settore, l’unica che si sia finora mostrata in grado di dare risposte concrete alle diverse sfide tecniche che la progettazione di un farmaco fitologico presenta. Rimando chi volesse saperne di più agli articoli appena segnalati.
:

E l’attività fisica ?

Diciamocelo: sappiamo tutti che l’uomo è fatto per muoversi, usare il suo corpo in maniera gioiosa ed estesa, a volte intensa. Nessuno di noi si illude che in poco più di un secolo possa essere nata una nuova variante genetica dell’homo sapiens sapiens, ormai adattatasi a stare 8 ore al giorno seduta ad una scrivania o in un banco (ed altre 3 davanti alla TV), a mangiare prodotti industriali ed a respirare polveri sottili.
Lo so, è la solita lagna, e solitamente ci sono tre tipi di reazioni a questi discorsi:

  1. …vabbe’, sempre le solite cose…
  2. sono d’accordo, infatti voglio per me una vita diversa
  3. …eh, lo so, ha ragione…

Anche l’ipercolesterolemia LDL è legata al sedentarismo; di fatto, la concentrazione delle HDL nel sangue aumenta in chi fa attività aerobica con una certa intensità. Con questo intendo un’attività fisica che

  • impegni la maggior parte dei muscoli del corpo, come la corsa o la voga;
  • ci faccia venire almeno un leggero fiatone;
  • duri alcune diecine di minuti, o almeno parecchi minuti.

Portare a passeggio il cane, pur essendo tecnicamente un’attività aerobica, non ha l’intensità sufficiente ad attivare meccanismi fisiologici utili ad aumentare la nostra efficienza e migliorare la salute (tuttavia è meglio di niente!). Non vanno bene neanche attività come il sollevamento pesi, il calcetto, il tennis, le bocce.

Dal prossimo numero approfondiremo dunque  caratteristiche e qualità dell’attività aerobica che ci fa bene, e vedremo trucchi e consigli per allenarci, se ci piace questa forma di movimento.

Image courtesy healthguide.howstuffworks.com
Share
This entry was posted in Nutrizione, Salute, Wellness and tagged , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Bookmark the permalink.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>