Postura, equilibrio statico ed equilibrio dinamico

La statica e la dinamica del nostro corpo dipendono dall’equilibrio neuromuscolare. Con questo termine non mi riferisco qui alla capacità di restare in piedi su una sola gamba, o di camminare su una corda tesa; ma al fatto che, in un individuo sano, la posizione e l’assetto del bacino, delle spalle, della schiena ecc rispetto al corpo nel suo insieme (elementi complessivamente definiti postura) sono gestiti principalmente dal tono muscolare a riposo; questo è strettamente legato all’attività del sistema nervoso che, a monte, è funzione stretta dei parametri mentali rappresentazionali (ad esempio l’immagine di sé, cioè il modo in cui ciascuno di noi sente, visualizza, immagina se stesso).

Non è questa la sede per approfondire il tema; quello che ora ci serve sottolineare è che tutti i segmenti ossei del nostro corpo sono sottoposti all’azione di due o più muscoli, ognuno dei quali tende a tirare l’osso nella direzione della sua contrazione; dunque la posizione e l’assetto di quel segmento dipendono dal bilanciamento e dall’equilibrio dei gruppi muscolari che su di esso insistono. Può accadere che uno di questi muscoli prevalga sugli altri, oppure che riducendo il proprio contributo determini uno spostamento dell’equilibrio in favore delle direzioni di trazione degli altri (per essere più accurati, in favore della somma vettoriale delle loro direzioni di trazione).

I muscoli cioè, anche a riposo hanno una propria tonicità, cioè esercitano una certa trazione sui tendini coi quali terminano e di conseguenza sui segmenti ossei sui quali i tendini insistono; si può intuire che la posizione di riposo di un segmento osseo – e quindi di una parte del corpo – dipende dalla forza con cui tirano nelle varie direzioni i muscoli ad esso collegati. Classico l’esempio del muscolo psoas il quale, se diventa prevalente rispetto ai suoi antagonisti, tende ad aumentare la curva lombare fisiologica della colonna vertebrale; se ipotonico, lascia che i retropositori del bacino (glutei, estensori della coscia, addominali) facciano l’opposto (guardate il disegno e capirete perché).

Non deve sfuggire il fatto che abbiamo parlato di equilibrio neuromuscolare: i muscoli, cioè, non sono dotati di una propria autonomia funzionale: tutto ciò che un muscolo è e fa è dovuto all’interazione col sistema nervoso. Anche il modo in cui reagisce agli allenamenti modificando la propria forma e le proprie qualità, o il modo in cui progressivamente si va indebolendo quando costretto all’immobilità, sono legati ad un’interazione neurosomatica, in cui l’attività mentale è almeno importante quanto le sollecitazioni meccaniche.

Un argomento di cui non ci occuperemo ora è poi l’equilibrio dinamico; con questo termine intendo qui il sistema di informazioni, azioni e reazioni che determina gli equilibri e gli assetti del corpo in movimento. In questo caso, il bilanciamento tra vettori (questa volta dinamici) di forze muscolari ed istanze rappresentazionali è ancora più complesso.

Possiamo immaginare quanto equilibrio, bilanciamento ed assetto muscolare siano importanti non solo per la performance, ma per la stessa salute e bellezza del corpo; al punto che disallineamenti di pochi millimetri in un distretto osteomuscolare (ad esempio l’allineamento mascella-mandibola) possono, a volte, avere effetti a cascata sull’intero equilibrio corporeo, sul nostro wellness e infine, inevitabilmente, sulla prestazione atletica.

Image courtesy francesco.venier.forumcommunity.net
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